La Croce Rossa affonda le proprie radici nella battaglia di Solferino (1859), dopo la quale lo svizzero Henry Dunant raccolse le testimonianze dei soccorsi ai soldati feriti nel libro “Ricordo di Solferino”.
Partì da quel campo di battaglia un moto umanitario, che culminò con la Convenzione Internazionale di Ginevra del 22 Agosto 1864, cui aderirono gli Stati europei; in omaggio alla Svizzera, Paese ospitante della Convenzione, come simbolo e nome dell’Associazione umanitaria fu scelto il “negativo” della bandiera svizzera (che è bianca su sfondo rosso): nacque così la Croce Rossa.
Nel 1876 sorse anche a Trieste, all’epoca sotto il governo austriaco, una “Associazione provinciale di soccorso della Croce Rossa per Trieste e l’Istria”, che estendeva la sua azione fino a Lussino (oggi in Croazia) e contava già nel 1881 ben 858 soci.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, l’Associazione fu sciolta nel 1919, e nel 1920 venne costituito il Comitato Regionale della Croce Rossa Italiana di Trieste, che si occupava delle seguenti attività:
• Pronto soccorso con ambulanza, ereditato dalla Guardia medica asburgica
• Gestione della scuola per Assistenti Sanitarie
• Gestione della scuola per Infermiere Volontarie
• La ginnastica correttiva
• Il recupero della carta da macero per autofinanziamento
• La gestione dell’ospedale marino di Oltra (oggi Valdotra, in Slovenia).
Il Comitato, nel 1938, poteva contare su 214 Soci perpetui, 1721 Soci temporanei, 29 dipendenti e sui medici insegnanti delle due scuole.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, furono attivi anche l’ufficio Prigionieri e Ricerche e quello per l’assistenza ai deportati in Jugoslavia, che inviavano ai destinatari denaro, pacchi dono, viveri e medicinali.
Dopo la seconda Guerra Mondiale, con l’entrata in vigore del Trattato di Pace il Comitato fu trasformato in Delegazione di Croce Rossa Italiana per il Territorio Libero di Trieste, che l’11 dicembre 1947 fu riconosciuta dal Governo Militare Alleato del Territorio Libero come ente di beneficenza.
La Croce Rossa aprì un ambulatorio antidiabetico in piazza Sansovino, per la somministrazione gratuita di insulina, curò la distribuzione di viveri, indumenti e generi di conforto, aprì un ospedale per i reduci in via Slataper e disimpegnò il servizio di accettazione, infermeria e cucina per i profughi giuliani e dalmati accolti nella struttura del Sylos.
Il ricongiungimento di Trieste all’Italia del 1954, dopo alcune traversie amministrative consentì la ricostituzione nel 1957 del Comitato.
Venne allora riorganizzato il servizio di trasporto degli ammalati, con l’istituzione dei punti fissi di pronto soccorso presso gli ambulatori CRI a Muggia, in piazza Vittorio Veneto e, per un certo periodo, sul Carso.
All’inizio degli anni 80, poi, il Comitato sperimentò l’introduzione di attrezzature differenziate per le ambulanze dedicate al soccorso anziché al solo trasporto dei pazienti: nacque così l’Unità Mobile di Emergenza, che nella memoria collettiva divenne sinonimo di ultima speranza.
Il 1 aprile 1992, inoltre, la Croce Rossa fu tra i fondatori del locale sistema di risposta all’emergenza “118”, in collaborazione con gli enti pubblici e privati preposti al soccorso.
Non mancò il concorso agli aiuti durante le grandi catastrofi: il terremoto del Friuli del 1976, l’alluvione in Piemonte del 1994, il terremoto in Umbria e Marche del 1997, quello dell’Abruzzo del 2009 e quello del Centro Italia del 2016.
Tra il 1992 e il 1995, inoltre, il Comitato di Trieste, grazie alla collaborazione con la Prefettura, gestì l’invio degli aiuti italiani nell’ex Jugoslavia sconvolta dalla guerra.
È stata sviluppata, nel tempo, anche una vasta gamma serie di servizi finalizzati all’inclusione sociale; fin dal 1994 è infatti attivo il Servizio di assistenza anziani, mentre dal 2014 è stata sviluppata l’erogazione di corsi di formazione alla popolazione.
Nel 2020 e nel 2021 il Comitato si è distinto nel sostegno alla popolazione, durante la pandemia globale causata dalla diffusione del Coronavirus, attraverso la partecipazione al progetto nazionale “il tempo della gentilezza” che consisteva nel fornire supporto psicologico e consegnare a domicilio farmaci e spesa alle persone bloccate nelle proprie case.
La sensibilità verso i valori universali di collaborazioni ha infine motivato il Comitato ad avviare, dal 2017, una collaborazione permanente con la Croce Rossa Croata di Buie d’Istria per il primo soccorso sui reciproci territori, e ad avviare una campagna di raccolta di viveri e di generi di prima necessità per la popolazione croata colpita dal terremoto di Petrinja del 29 dicembre 2020.
Nei tempi più duri dei lockdown del 2020 e del 2021, inoltre, con l’aiuto anche della Croce Rossa Slovena di Koper-Capodistria è stata effettuata anche la consegna transfrontaliera di farmaci salvavita, acquistati in Italia per le persone residenti nell’Istria croata.